Focus: Piante alimentari dell’America latina

Le popolazioni del Sud America ed in particolare quelle delle regioni andine, avevano selezionato, prima della conquista spagnola, un notevole numero di piante a scopo alimentare. Nel loro vasto impero infatti, gli Incas avevano sviluppato un’agricoltura estremamente diversificata, adatta alla notevole varietà di ecosistemi (dall’arida pianura costiera agli altipiani, alla foresta pluviale); un’agricoltura redditizia e in grado di soddisfare il fabbisogno alimentare di una popolazione di circa 12 milioni di abitanti. Alcune tra le piante coltivate, in particolare il mais, la patata e il pomodoro, furono importate dai conquistatori Spagnoli e trovarono rapida e larga diffusione, così da variare le abitudini alimentari ed agricole in Europa e successivamente nel resto del mondo, altre, disdegnate dai “conquistadores”, andarono irrimediabilmente perdute quando la loro agricoltura cadde in disuso, mentre altre ancora continuarono ad essere coltivate e vendute nei mercati dei piccoli villaggi sugli altipiani andini. Il criterio di selezione da parte degli Spagnoli si basò essenzialmente sull’adattabilità di queste a preparazioni alimentari più consoni ai gusti europei, pertanto alcune piante dall’elevato valore nutrizionale non incontrarono la stessa diffusione della patata e del mais. Attualmente la loro coltivazione è relegata quasi esclusivamente nei luoghi originari ed il loro uso  limitato a piccole aree geografiche.

L’interesse attuale verso le piante alimentari native del Sud America risiede non solo nelle più di 200 specie conosciute ed utilizzate in diversi paesi, ma soprattutto nel potenziale alimentare di circa 8000 specie amazzoniche utilizzate quasi esclusivamente dalle etnie di questa immensa regione e tra le quali è possibile il rinvenimento di alcune piante dall’elevato valore nutrizionale ed economico. Lo studio delle proprietà nutrizionali attraverso la composizione chimica ed il conseguente sviluppo su un territorio più esteso potrebbe sicuramente contribuire al rinvenimento di nuove fonti alimentari anche in considerazione del fatto che tali piante presentano il più delle volte modeste richieste agronomiche.

Come detto, mel corso di migliaia di anni, le popolazioni indigene americane addomesticarono e coltivarono una vasta gamma di specie vegetali a scopi alimentari. Queste specie ora rappresentano il 50-60% di tutte le coltivazioni del mondo. La patata ne è un esempio, così come il pomodoro (Lycopersicon esculentum)  originario del Messico, ma con molte altre  varietà nelle regioni Andine. Vi sono, tuttavia, molte altre specie alimentari importanti e coltivate unicamente nelle  aree Andine  poco conosciute scientificamente. Tra queste tuberi e tubercoli dall’alta valore nutrzionale come Ullucus tuberosus (Basellaceae), Oxalis tuberose, (Oxalidaceae), Tropaeolum tuberosum (Tropaeolaceae), Arracacia xanthorriza (Apiaceae), Canna edulis (Cannaceae), Lepidium meyenii (Brassicaceae), Mirabilis distesa (Nyctaginaceae) e Polymnia sonchifolia (Asteraceae). Ognuna di queste specie, dalle basse esigenze agronomiche è potenzialmente e nuova coltura per altre aree del mondo. Altre colture importanti includono gli pseudo-cereali ad alto contenuto proteico, quali la quinoa, Chenopodium quinoa (Chenopodiaceae) e C. pallidicaule, l’Amaranthus caudatus (Amarantaceae) nota come kiwicha ed  un legume ad alto contenuto proteico, il Lupinus mutabilis (Fabaceae). Queste specie sono state per secoli tra le principali fonti alimentari della regione andina dell’altopiano ed in particolare la unica fonte proteica, non essendo comune in quelle regioni il consumo di carne e latte. Non incontrarono interesse presso i dominatori spagnoli e la loro coltivazione fu relegata alle regioni andine.  Oggi sono descritte almeno 30 specie di radici e tuberi originarie del Sud America, appartenenti a 18 generi botanici e 16 famiglie tra cui mono / e dicotiledoni che rappresentano la gamma più ampia di diversità delle colture di tuberi e radici in termini di affiliazione tassonomica e adattamento ecologico rispetto a qualsiasi altra parte del mondo.
Anche nelle foreste pluviali e tropicali, si incontrano molte piante, alberi e frutti utilizzati come fonte di cibo. La jippi jappa Palm (Sabal mexicana, Palmaceae) è un’importante pianta utilizzata dalle etnie  Mopan Mayan e Kekchi, così come la waree palm (Astrocaryum mexicanum, Palmaceae) orginaria della foresta pluviale e della costa caraibica del Centro America. Le loro drupe e i cuori di palma sono consumati in varie ricette. Bactris major (nome comune kawmaka, Arecaceae) è una palma spinosa di piccole-medie dimensioni (1-10 m di altezza) diffusa dal Messico, all’America Centrale fino al Nord America del Sud e Trinidad. I frutti sono mangiati o usati per aromatizzare le bevande. Bacipis gasipaes, conosciuto anche in Costa Rica come pejibaye, chontaduro in Venezuela, piba in Panamá, pupunha in Brasile e palma da pesca in paesi anglofoni, ha un importante valore nutrizionale, principalmente dovuto alla presenza di amidi e olii e ad alto contenuto energetico e nutrizionale, simile a quello ottenuto dal mais.
La Gliricidia sepium (nome comune, madre cacao) è un albero alto da 3 a 10 m appartenente alla famiglia delle Fabaceae. È originario di entrambe le coste del Messico, al di sopra della metà del paese verso sud e attraverso l’America centrale, fino alla Colombia e al Venezuela. G. sepium è utilizzato sia a livello medico che per l’alimentazione del bestiame nelle zone costiere del Pacifico, del Messico, dell’America centrale e nelle regioni tropicali del Sud America e dell’Asia. Le sue foglie sono generalmente considerate uno dei più digeribili delle leguminose foraggere tropicali e contengono un alto contenuto di proteine ​​e carboidrati facilmente degradabili. È considerato il secondo più importante albero di legumi multiuso, superato solo da Leucaena leucocephala. Foglie e radici contengono saponine, isoflavonoidi e flavonoidi.  Anche la Byrsonima crassifolia (Malpighiaceae), originaria dell’America tropicale,.è apprezzata per i suoi piccoli, dolci frutti gialli, che sono fortemente profumati.  I frutti, detti anche nance, vengono consumati crudi o cotti come dessert. Nella zona rurale di Panama, il dessert preparato con l’aggiunta di zucchero e farina, noto come pesada de nance, è molto popolare. I frutti sono anche trasformati in dulce de nance, una caramella preparata con la frutta cotta in zucchero e acqua.
Molte colture prima addomesticate dagli americani indigeni sono ora prodotte e / o utilizzate a livello globale. Il principale tra questi è il mais, la coltura più importante del mondo. Altre colture significative includono manioca, zucca,  zucchine,  fagioli, pomodoro, patate, avocado, arachidi, cacao, gomma, e alcune specie di cotone. Ovviamente banane, caffè e cacao sono le colture principali dell’America centrale, ma anche le colture non tradizionali per l’esportazione stanno avendo un ruolo sempre più importante nello sviluppo economico dell’America centrale. Questa relativamente nuova opportunità di sviluppo guidata dal mercato ha rappresentato il settore in più rapida espansione delle industrie agricole nell’America centrale, con un tasso di crescita medio annuo del 16% tra il 1983 e il 1997 ed del 28 % dal 2000 al 2010.

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